Urbino, la città ducale

Una passeggiata nella città del Duca Federico da Montefeltro e di Raffaello

Chi arrivi a Urbino ignaro e della sua storia e della sua importanza si trova di fronte a una sorpresa straordinaria, anzi a un miracolo. Nel giuoco delle colline che sopportano le strade d'accesso ecco che appare un palazzo fatato che il tempo non ha sfregiato né intaccato. È un salto indietro nel tempo, un tuffo nella purezza e nella libertà dello spirito. (Carlo Bo)

Urbino, panorama

La descrizione che Carlo Bo, Rettore dell'Università di Urbino e studioso, ricalca perfettamente quello che è ancora oggi la città.

Urbino si trova a pochi chilometri da Pesaro ed è una città di circa 15.000 abitanti.

Il suo centro storico è, ancora oggi, circondato dalle mura e nonostante sia stato uno dei principali centri del Rinascimento italiano è entrato a far parte della lista dei Siti del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO solo nel 1998.

Il palazzo Ducale

Palazzo Ducale di Urbino, cortile interno

Il Palazzo Ducale di Urbino definito “una città in forma di palazzo” è una delle più stupefacenti residenze del periodo rinascimentale con la sua caratteristica facciata a torricini che oggi domina Piazza Mercatale, il luogo dove un tempo si svolgeva il mercato del bestiame, e intenzionalmente indirizzata in direzione della strada proveniente da Roma, centro del potere papale.

Dal punto di vista architettonico è proprio Federico da Montefeltro che decide di investire i proventi delle guerre combattute nel rinnovamento e costruzione del Palazzo a partire dal 1454. La nuova costruzione ingloba gli edifici medievali e, grazie al lavoro dei maggiori architetti dell’epoca – Francesco di Giorgio Martini e Luciano Laurana – diventa un edificio estremamente elegante e complesso dove hanno lavorato come e ospiterà per oltre due secoli le famiglie Montefeltro e Della Rovere.

Il Palazzo è suddiviso in 4 piani:

 

-i sotterranei che, non solo ospitano le stalle, la selleria, i bagni, le cucine, la neviera e altri ambienti di servizio, ma sono anche un incredibile esempio di ingegneria idraulica;

 

-il piano terra dove è collocato il bookshop e la biglietteria, oltre ad alcune sale destinate alle mostre. Su questo piano sono visibili anche il bellissimo giardino pensile, il Tempietto delle Muse, la Cappella del perdono e l’incredibile biblioteca del Duca, che ospitava moltissimi codici e un elegante soffitto con decorazioni in stucco;

 

-il piano nobile è il vero cuore della corte suddiviso in diversi ambienti come l’appartamento della Jole, il cui nome deriva dalla statua che decora il camino della prima sala, l’appartamento del Duca con il meraviglioso studiolo del Duca, l’appartamento degli ospiti e l’appartamento della Duchessa;

 

-il secondo piano costruito nel XVI secolo dalla famiglia della Rovere che succede ai Montefeltro; in particolare la decorazione delle sale si deve a Guidubaldo II della Rovere che si era unito in matrimonio con Eleonora Gonzaga.

 

Oggi, questa enorme costruzione racconta la storia e l’evoluzione del potere della corte urbinate: 256 anni di storia, dalla presa di potere di Antonio da Montefeltro nel 1375 fino alla morte dell’ultimo erede della famiglia Della Rovere nel 1631. Un palazzo a cui dall’alto della collina di San Sergio fa da contrappunto la Rocca fatta costruire dal Cardinale Albornoz nel XIV secolo per ricordare ai Duchi lo status giuridico del ducato.

La Galleria Nazionale delle Marche

Urbino, Palazzo Ducale, ingresso Galleria Nazionale delle Marche

Il Palazzo oggi ospita la Galleria Nazionale delle Marche, un concentrato di opere pittoriche, scultoree e tessili che non ha nulla da invidiare ad altri musei di questo genere.

Attraversando la serie di sale degli Appartamenti sopra descritti si notano le insegne e gli stemmi che descrivono anche l’evoluzione politica della casata dei Montefeltro: all’inizio si notano le lettere che richiamano il Conte Federico e ben presto si passa al titolo di Duca Federico.

 

 

Non si può non restare colpiti dalle opere più significative della collezione del museo.

 

- La lunetta di Luca della Robbia, dalla chiesa di San Domenico in terracotta invetriata con la caratteristica colorazione bianca e blu. Un tempo decorava la facciata della chiesa posta proprio di fronte al Palazzo Ducale.

 

- La scultura che rappresenta Ottaviano Ubaldini, amico fraterno di Federico da Montefeltro, uomo di primo piano, suo fedele segretario nonché tutore di Guidubaldo che si trovò ad ereditare il Ducato all’età di 10 anni.

 

- L’alcova in legno dipinto, dove originariamente veniva posizionato il letto è oggi l’unico e straordinario esempio di arredo del Palazzo forse realizzato in occasione delle nozze tra il Duca Federico e la sua seconda moglie Battista Sforza.

 

- “Il ritratto del Duca con il figlio Guidubaldo”, un doppio ritratto in cui il Duca non solo è rappresentato nelle sue vesti di condottiero ma anche con i titoli e le onorificenze più significative.

 

- Lo studiolo del Duca, un autentico esempio di intarsio ligneo in cui sono magistralmente raffigurati strumenti musicali, animali, paesaggi e simbologie che richiamano il luogo dedicato allo studio, all’otium e alla contemplazione quando il Duca deponeva le sue armi.

- Le opere di Piero della Francesca, tra cui ricordiamo la “Madonna di Senigallia” – proveniente dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie e che secondo alcuni studiosi sarebbe stato un dono del Duca per le nozze della figlia Giovanna con Giovanni della Rovere – e  la celebre Flagellazione, un dipinto enigmatico a causa dei tre personaggi sulla destra del dipinto identificati con i più vari personaggi, tanto che l’opera ad oggi conta ben 43 diverse interpretazioni (e parliamo solo di quelle verosimili!)

 

- “La città ideale”, un dipinto enigmatico per ciò che rappresenta e perché non si conosce neppure il nome del suo autore. Tuttavia, l’opera sembra raffigurare la perfetta città rinascimentale dove in contrapposizione all’assenza dell’uomo dominano gli ideali di perfezione ed armonia.

- Gli arazzi conservati nella sala del trono del Palazzo Ducale, risalenti al XVII secolo, sono 11 in totale, di cui 7 di manifattura inglese e gli altri di manifattura francese. Pur non essendo stati realizzati propriamente per la città di Urbino, sono stati ricavati dai disegni che Raffaello realizzò per gli arazzi della Cappella Sistina, oggi conservati a Londra.

 

- Le opere di Giovanni Santi, non sono molto note in quanto il pittore è famoso per essere stato il padre del celebre Raffaello Sanzio. È stato anche grazie a lui che Raffaello ha potuto apprendere l’arte della pittura. Tra le opere che si possono vedere nella Galleria Nazionale delle Marche ricordiamo “l’Annunciazione” e la cosiddetta “Pala Buffi”, due opere in cui emerge il realismo nella rappresentazione di alcune figure e l’influenza dell’arte fiamminga nella rappresentazione chiara e nitida dei paesaggi e di alcuni dettagli.

 

- “La Muta” di Raffaello è sicuramente il capolavoro della Galleria Nazionale nonostante l’identità della donna rappresentata sia ancora oggi un enigma. Interessante notare il richiamo alla Gioconda di Leonardo, anche se Raffaello si concentra maggiormente sulla profondità psicologica della donna vestita con abiti molto eleganti mentre mette in mostra ben tre pietre preziose negli anelli e nel piccolo crocifisso appeso alla collana.

 

- Le opere che Federico Barocci realizzò per la città e il Ducato di Urbino sono moltissime poiché anche lui, come Raffaello, nacque tra i vicoli della città ducale. Tra quelle conservate nella Galleria Nazionale delle Marche suggeriamo “Il perdono di Assisi” – una scena toccante che ha avuto luogo sul Monte della Verna e si svolge di notte, diventando una delle più suggestive raffigurazioni dell’arte italiana – e “La Crocifissione” un’opera in cui l’artista si ispira al dipinto di Tiziano con il medesimo soggetto che era stato realizzato per la Chiesa di San Domenico ad Ancona (oggi in Pinacoteca).

La Cattedrale di Urbino

Accanto all’imponente mole del Palazzo Ducale si erge l’elegante Duomo dedicato a Santa Maria Assunta preceduto da una grande scalinata e con una bellissima facciata in pietra del Furlo. Realizzato alla fine del ‘700 dopo che la precedente costruzione rinascimentale era stata danneggiata da un terremoto. I lavori di ricostruzione furono affidati all’architetto Giuseppe Valadier che li completò nel 1801. Ben 5 statue decorano la parte alta della facciata, mentre altre 4 sono collocate lungo la scalinata antistante.

 

Chiaramente Urbino che è incluso nei Siti del Patrimonio Mondiale UNESCO presenta un centro storico molto ricco, ma anche molte specialità da assaggiare, come la casciotta di Urbino da abbinare alla tipica crescia, molto simile ad una piadina. Per scoprire tutti i suoi tesori è consigliabile una visita più approfondita alla città!

Non vediamo l'ora di farvi conoscere questo incantevole luogo della nostra Regione....contattateci